lunedì 14 gennaio 2013

La vita

Ieri un ragazzo che conosco ha messo sulla sua bacheca di Facebook la seguente riflessione:
"Alessandro,un ragazzo che si è dato fuoco per amore. Consideratelo pazzo io lo reputo un uomo che ha amato la sua donna"
dal blog http://pietrochiarenza.wordpress.com
Non so se avete letto la notizia del ragazzo che a capodanno è andato sotto casa dell'ex e, dopo averle dichiarato per l'ennesima vota il suo amore, si è dato fuoco. Dopo il gesto, ricoverato in ospedale, ha detto di essere pentito: "No, non lo rifarei. Adesso ho capito che per lei non vale la pena morire".

Sono rimasta molto colpita, non dal gesto di Alessandro, di cui parlerò dopo, ma dall'ammirazione che ha suscitato nel ragazzo che conosco e nei suoi amici (se posso tradurre i "mi piace" di quel post come approvazioni). Anche un po' preoccupata come mamma: tutti possibili emuli?

Certo, l'adolescenza è un'età in cui i ragazzi (sia maschi che femmine) sono attratti dall'amore: non è ancora arrivato il cinismo e il dolore frutti delle prime delusioni. Ma possibile che si possa dare così poco valore alla vita? "io lo reputo un uomo che ha amato la sua donna": tentare di uccidersi sotto la finestra della ex come un "normale" segno di Amore? Ma siamo pazzi? 

Io penso invece che Alessandro sia un ragazzo che, semplicemente, non ha capito nulla dell'amore. Un ragazzo che forse non era sicuro di sé stesso, che aveva investito molto in quella storia, probabilmente perché aveva bisogno di una stampella e quando questa si è sfilata (e a posteriori posso dire cinicamente che ha fatto bene? Se la ex di quel ragazzo fosse mia figlia le direi: l'hai scampata bella! Pensa a vivere con una persona così poco equilibrata!) lui si è sentito finito. Anche nel suo pentimento dimostra di non aver capito nulla: "Adesso ho capito che per lei non vale la pena morire": per lei? Per nessuna, non "per lei"!

A sentire i fatti di cronaca, meglio il gesto di Alessandro che quello degli stalker o degli assassini che uccidono le donne che li rifiutano: almeno lui non ha indirizzato la sua disperazione contro l'ex.
Però in entrambi i casi c'è un dispregio della vita, la propria o quella dell'altro, e un'incapacità di accettare il rifiuto, che è preoccupante.

E' chiaro che un amore che finisce fa male: gli unici periodi della mia vita in cui sono dimagrita senza diete sono stati  quelli in cui sono tornata single (a posteriori penso sia anche un effetto positivo: aumentava le mie chance di cominciare un'altra storia! :-D ). Sono anche arrivata a chiedermi se aveva senso vivere per stare così male. Ma sapevo, e mi ripetevo, che il tempo è un gentiluomo e passa, e passando lenisce le pene. E la vita ti da infinite occasioni di amare: ti dona gli amici, i parenti, chiunque incontri. Non esiste solo l'Amore del/la fidanzato/a e non si vive solo per quello.

Se proprio dobbiamo prendere qualcuno come esempio, prendiamo qualcuno che ha costruito qualcosa per amore, che ha salvato qualcuno per amore, non uno che ha tentato di distruggersi per un rifiuto.
E noi genitori, educatori presentiamo questi modelli!

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