mercoledì 12 dicembre 2012

Ripetizioni/2

Questa settimana devo avere Giove in congiunzione con qualcosa nel mio segno perché mi continuano a chiedere ore di ripetizioni, e la cosa, ovviamente, non mi dispiace per nulla.

Anche perché finora i miei "ripetenti" sono ragazzini intelligenti che, per ragioni diverse, ogni tanto hanno bisogno di venire da me  a fare il punto della situazione, quindi non è per nulla difficile fare loro ripetizione.

Ieri, per esempio, c'era E.: simpatica, sveglia, fa con successo il liceo classico, ma  ha qualche problema con la matematica. In realtà non ce l'ha tanto con la matematica (anche se lei non ci crede), quanto con la distrazione e con i professori di matematica che ha avuto finora. Sia chiaro, non sto accusando i professori che ha avuto di non saper insegnare: non li conosco e non li ho mai sentiti mentre fanno il loro mestiere, quindi non mi permetto di giudicare né il metodo né il contenuto. Semplicemente lei non ci si è trovata. Così una volta al mese, più o meno, viene da me a fare un ripasso generale, a ricontrollare gli esercizi, a prendere un po' di sicurezza. Io le rispiego le lezioni, le correggo i compiti, le do qualche suggerimento per evitare situazioni insidiose (qui è meglio evitare i conti, qui è meglio cambiare subito i segni, ecc), la incoraggio un po' e mi guadagno i miei soldi.



Oggi invece è stata la volta di M., uno di quei ragazzi che a me fanno impazzire. Perché? Perché M è intelligente e, anche se non sembra rendersene conto, ha una mente molto incline alla matematica. Fate conto che ha preparato gli esami di riparazione di matematica, fisica e scienze in due settimane, quest'estate, lavorando nei week end, ed è riuscito a passarli! Il problema è che ha parecchie lacune che partono dalle tabelline e non gli interessa minimamente andare bene a scuola. Probabilmente si fuma(va?) anche qualche canna di troppo.
Piccola parentesi: sì, sono contraria alle canne e in generale a qualunque sostanza psicoattiva che non sia il the (essendone da anni dipendente...), il caffè (che però non mi piace) e l'alcool (in quantità estremamente limitata e di ottima qualità). Insomma, non mi piace l'idea che ci sia qualcosa che mi impedisce di essere completamente me stessa: questo non significa non sapersi lasciare andare, ma quando i miei studenti, ormai 11 anni fa, mi dicevano: "A capodanno mi sono divertito da matti, ho bevuto/fumato/sniffato l'impossibile e non mi ricordo un c***o!" mi veniva da dire: e allora come fai a sapere che ti sei divertito, se non ti ricordi più un c***o? Tanto valeva che te ne andassi a letto alle 10, no? Almeno la mattina dopo eri presentabile...
E non cominciate a dirmi che le canne non sono così e cosà, che non fanno male, ecc ecc. Quando uno si fa le canne, soprattutto se se ne fa parecchie, non è più lui, quindi qualcosa fanno. E soprattutto perde interesse, diventa apatico, a volte aggressivo, a volte menefreghista: uno così come fa ad essere interessato a imparare, a farsi incuriosire? Figuriamoci poi come fa a farsi incuriosire dalla scuola, che già ha i suoi problemi ad interessare quelli che si impegnano... Fine parentesi.
Tornando a M, oggi abbiamo affrontato le coniche, in particolar modo le parabole. Il problema è stato che lui non si ricordava quasi nulla di ciò che avevamo fatto solo 3 mesi fa, perché ovviamente dopo l'esame ha visto bene di chiudere il libro, e probabilmente anche il cervello, e ricominciare a scaldare il banco. Così, dopo un'oretta di spiegazione ed esercizi, gli ho fatto un discorso da mamma (anche se spero di essere sembrata una sorella maggiore... :-§  ): gli ho detto che lui potrebbe divertirsi a fare quelle cose, perché sono assolutamente alla sua portata. Gli ho spiegato che riuscire a fare gli esercizi di matematica da la stessa sensazione di riuscire a completare un gioco dell'enigmistica: lo guardi e, soddisfatto, pensi: "Va' come sono stato bravo!" perché terminare bene un compito fa andare in circolo le endorfine (questa sì che è la chimica che mi piace!) e ti fa sentire bene. Ovviamente però perché succeda, lui deve impegnarsi a recuperare le lacune che si è lasciato dietro.

Voi non avete idea di quante persone ho visto trasformarsi quando hanno cominciato a capire davvero come risolvere gli esercizi: a volte ho anche perso degli studenti di ripetizione perché, avendo capito come funziona, hanno smesso di aver bisogno di me (grande soddisfazione personale, un po' meno per il mio portafogli). Anche a scuola, ricordo ragazzini a cui ho detto: tu potresti prendere 9, se solo lo volessi. E poi sono venuti da me, con il 9 sul compito, tutti soddisfatti!

Non pretendo che tutti possano accorgersi di quanto sia bella la matematica, ma mi piacerebbe che vedessero che non è affatto difficile, almeno non prima dell'università... :-D

Comunque, spero che M sia tentato di prendersi delle soddisfazioni, anche per avere una migliore opinione di sé, per sentire che può farcela anche dove non credeva fosse possibile. A volte cambiare il proprio modo di vedersi, la propria opinione su di sé parte da cose banali, come trovare facile o difficile la matematica...

Domani infine conoscerò G: il ragazzo mi incuriosisce. Ha una mamma peperina molto simpatica e lui mi ha già fatto una buona impressione contattandomi direttamente: dice che ha un po' di lacune, vedremo di che tipo sono. E vedremo se potrò farlo innamorare della matematica ;-)


NOTA: cercando un aforisma su "studiare" e "amare" ho trovato questo post di un blog che non conoscevo e che dice esattamente quello che volevo dire con un aforisma (ma è un po' troppo lungo per considerarlo tale): studiare vuol dire amare

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