lunedì 10 dicembre 2012

Lettere e preadolescenza

Non so se tra le ragazzine si usa ancora scriversi lettere, oppure se bastano e-mail, chat, sms e telefonate...
Quando ero pre-adolescente e adolescente senza letterine non si era davvero amiche! Era un continuo scriversi le cose che poi ci si ripeteva a voce, elucubrazioni su tizio e caio, accuse incrociate, scuse, bacini, T.V.B., I love *** e chi più ne ha più ne metta.

In realtà, a pensarci bene, alle superiori potevano capitare anche discorsi più interessanti (ricordo scambi di messaggi sulla pena di morte, l'aborto e altro ancora), ma la maggioranza delle volte si limitavano a cosa era successo la sera prima (con analisi dettagliata di ogni inflessione di voce e sguardo prolungato), a cosa si voleva fare quel pomeriggio o quella sera (con analisi delle prospettive e delle possibilità), a generici messaggi di amore o odio per quello o quella.

Perché ne parlo oggi? Perché mia mamma, facendo ordine in casa, ha ritrovato un mucchietto di lettere che mi scrisse la mia amica del cuore delle medie e me le ha portate stamane: rileggerle è stato un tuffo nel passato, ma non mi ha messo particolare allegria.



La preadolescenza non è mica un bel periodo, o almeno non lo è stato tanto per me: mi sentivo brutta, ero sicuramente una "piaga", sempre circondata da amiche che consideravo migliori di me e che avevano più successo coi ragazzi. Avevo perso l'ambiente protetto della scuola elementare ed ero stata catapultata alle medie in un ambiente che mi affascinava, ma soprattutto mi spaventava, in cui non mi erano ben chiare le regole del branco e non sapevo come comportarmi. Ero in fondo molto bambina (credo di aver giocato con le barbie fino ai 15 anni passati) in un mondo che voleva diventare grande in fretta.

Quando ho finito finalmente le medie e sono approdata alle superiori, in una classe in cui non conoscevo nessuno e in cui potevo reinventarmi, ho fatto un sospiro di sollievo!

Ho odiato tanto le medie che quando, ormai universitaria, mi hanno chiamato per fare una cena di classe, sono stata ben felice di rifiutare!

Che poi non è che odiassi tutti quelli che ho conosciuto alle medie, con alcuni ho recuperato i rapporti adesso da adulta perché amici di mio marito, ero io che non mi piacevo e sentivo di non piacere agli altri, ma non sapevo come cambiare.

La mia fortuna è stata trovare un gruppo di persone, e una in particolare, che ha saputo vedere il "cigno" che c'era sotto le piume da brutto anatroccolo, ma questo è venuto dopo, quando ormai stava per concludersi anche l'adolescenza.

Ecco, se posso fare un augurio ai miei figli, è quello di trovare buoni amici, buone guide, persone che credano in loro, ma chiedano loro anche sempre di più, non si accontentino di quello che sono, ma vogliano quello che potrebbero essere.

4 commenti:

  1. le medie hanno traumatizzato anche me!! non ci penso mai, è un periodo che ho totalmente rimosso e non avrei mai e poi mai voglia di rileggere i diari o le lettere di quegli anni. Anch'io non ho più rivisto nessuno della mia classe e mi son guardata bene dal partecipare alla rimpatriata organizzata un paio d'anni fa. Mi domando il perchè.
    Sarà che le elementari erano un mondo troppo protetto? sarà che la nostra famiglia ci teneva sotto una cupola dorata e non ci ha permesso di essere pronte ad affrontare le brutture del mondo, le difficoltà dei cambiamenti legati alla preadolescenza, ecc?

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    1. Non lo s, secondo me è proprio un periodo di m e basta. Non sei ne carne ne pesce... Però potremmo fare un appello: qualcuno dei lettori ha un buon ricordo delle medie? Se è così, batta un colpo!

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  2. io ho ricordi bellisssssimi delle medie!!!!! la mia classe era stupenda e li vedo e sento ancora adesso! (anzi, sono io che organizzo le cene ahahah)

    invece le superiori cosi cosà...

    Cate

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    1. Eccola lì, vedi mai se lei non è quella che si distingue dagli altri... :-D
      Beh, ma tu hai avuto di mezzo anche l'anno in america, in terza superiore non mi sembrava che ti trovassi male con i tuoi compagni...

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