giovedì 6 dicembre 2012

Democrazia

Sempre più spesso mi capita di riflettere sul significato di democrazia. Come mai? Ecco alcuni esempi:

  • alcuni genitori dei bambini di catechismo che vorrebbero anticipare l'inizio dello stesso. Alla mia risposta: devono essere d'accordo tutti i genitori, la risposta: ma se la maggioranza decide così, gli altri si adeguano;
  • Grillo e il movimento 5 stelle, con quel mix di democrazia diretta (le parlamentarie) e i diktat del leader;
  • le primarie del PD e quelle (ci saranno, non ci saranno, chi lo sa?) del PDL;
  • la proposta di anticipare l'inizio delle lezioni della scuola primaria alle 8.20, 10 minuti prima, e il suggerimento di fare un referendum "secco" in cui i genitori possano dire "sì" o "no" senza discussione.
Per me cos'è la democrazia? La democrazia è quella forma di governo in cui il popolo, debitamente informato, direttamente o tramite intermediari, si governa. 


Perché "debitamente informato"? Anzi, direi quasi "educato" nel senso più ampio del termine...
Perché senza un'informazione libera e indipendente, senza una coscienza e una conoscenza critica, si finisce per cadere nel populismo. 

Io ho un'altissima opinione della politica come dovrebbe essere (e una bassissima di com'è) perché la politica dovrebbe fare ciò che non sempre i cittadini riescono a fare. Mi spiego meglio con un esempio: pochissimi di noi hanno conoscenze approfondite dei pro e dei contro dell'energia nucleare, dei suoi reali costi, dei suoi vantaggi, dei problemi collegati non solo alla gestione della manutenzione ordinaria di un impianto, della sua messa in sicurezza, ma anche della gestione della fine vita, delle scorie, e, perché no,  dei costi e delle soluzioni alternative al nucleare. Senza tutte queste informazioni che senso ha essere chiamati a votare? Secondo me i politici dovrebbero potersi circondare di tecnici e studiosi che danno loro tutte le informazioni del caso, rendere pubblici tali relazioni e studi e a quel punto prendersi la responsabilità della scelta, che come ogni scelta avrà i suoi pro e i suoi contro. E magari anche pensare a come gestire gli eventuali contro. Senza informazioni obiettive e complete, il cittadino chiamato a votare farà scelte emotive o comunque di parte. Il rischio qual è? Che la cecità del cittadino provochi problemi a tutta la società o ad una sua parte. 

Quello che voglio dire è che non è che una cosa è buona solo perché la vuole la maggioranza. Infatti ci sono principi che sono stati stabiliti senza sottoporli al benestare del popolo. Pensiamo per esempio al principio dell'uguaglianza e alle varie forme di razzismo e xenofobia presenti un po' presso tutti i popoli. 

Tornando all'esempio che facevo all'inizio: cambiare l'orario di catechismo perché lo vuole la maggioranza per me è sbagliato: se ci sono alcune persone, anche solo una, che ha un problema con l'orario, allora se ne parla e si valuta se è possibile trovare una soluzione che vada bene a tutti. Solo se non si riesce a trovare un orario che, per motivi oggettivi, non va bene a tutti, si deciderà quello che va bene alla maggioranza. Il voto a maggioranza è l'ultima spiaggia.

E così, chiedere semplicemente se va bene o meno cambiare l'orario di inizio della scuola pone la questione in maniera sbagliata: non è importante cosa preferisci, ma a chi crea problemi e a chi li risolve. Io preferirei dormire 10 minuti di più, ma se questo porta un'altra persona che ha problemi economici a dover pagare il pre-scuola, è chiaro che la mia motivazione è insignificante. Se invece da una parte ci sono io che voglio dormire, e lasciar dormire mio figlio, 10 minuti in più e dall'altra c'è la mamma che vuole avere 10 minuti in più per portare suo figlio a nuoto, beh, allora parliamone! Oppure una cosa importante potrebbe essere la sovrapposizione degli orari di uscita con altre scuole (materne, medie, superiori): non interesserebbero tutti, ma una parte sì e soprattutto non solo le famiglie attualmente interessate alla questione, ma anche in futuro. Ma queste cose come si possono capire da un referendum sì-no? La democrazia senza confronto, senza informazione, è semplicemente una dittatura della maggioranza. 

Sia chiaro, stiamo parlando di cavolate, ma evidenziano un modo di pensare che non mi piace.

E poi c'è la questione dei rappresentanti: devono rappresentare gli interessi di quelli che li hanno votati o l'interesse di tutti? Oppure sono eletti perché ritenuti in grado di dare il loro contributo per i loro "talenti" e quindi devono avere completa libertà di azione?

Grillo è molto chiaro: gli eletti sono semplici rappresentanti di chi li ha votati, devono solo fare i portavoce della maggioranza che ha votato il programma per cui sono stati eletti. Se un eletto non si attiene alla lettera a questa regola, è fuori (e ci pensa Grillo a sbattere fuori). Ma così facendo un rappresentante non potrà mai prendere una decisione impopolare, che va contro gli interessi di quel gruppo che lo ha votato. 

E ancora: Bersani ha vinto le primarie: e adesso quel 35-39% di possibili elettori dl centrosinistra che hanno votato Renzi? Saranno considerate minoranza non importante? Le idee portate da Renzi verranno considerate in fase di stesura del programma? 

Un bel minestrone, questo post, vero? :-D

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