giovedì 9 luglio 2015

Matrimonio=sesso?

E' di ieri la notizia che il cardinale Ennio Antonelli, ex presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, ha "aperto" alla comunione ai divorziati risposati se vivono castamente le loro seconde nozze.
Facciamo un passo indietro: per la Chiesa il matrimonio cristiano è un sacramento e come tale è un segno visibile dell'amore di Dio. In questo caso è il sigillo che Dio mette all'amore umano tra un uomo e una donna. Per questo motivo la Chiesa non ammette il divorzio e un nuovo matrimonio: l'uomo non può dividere ciò che Dio ha unito. (Il caso dell'annullamento è diverso: in questo caso si attesta che il matrimonio celebrato non era valido in origine, come se in un contratto un contraente avesse firmato con un nome falso: il contratto non è valido).
Se una persona viene abbandonata dal partner o se si allontana da lui/lei per seri motivi (penso alle violenze domestiche), ma rimane castamente in attesa di un ravvedimento, la Chiesa ammette ancora alla comunione (conosco casi del genere, per quanto alla nostra società possano parere pazzeschi). Per quanto severa, è una norma con una sua logica interna.
Quindi, per intenderci, Berlusconi che fa la comunione dopo aver divorziato da non una, ma due mogli, è un po' difficile considerarlo pronto ad una riconciliazione con quella sposata in chiesa, ma va be', ognuno farà poi i conti con la sua coscienza.
Qui invece stiamo parlando di una coppia in cui almeno uno dei due si è sposato in chiesa, ha poi divorziato e si è risposato con un'altra persona, quindi una situazione che non da adito a dubbi: difficilmente una persona risposata si sta dimostrando pronta a una riconciliazione.
E allora questa apertura che senso ha?

martedì 16 giugno 2015

Came back anni '90

E anche quest'anno scolastico è finito, con le sue gioie (tantissime) e i suoi dolori (davvero pochi!).

Mi sono innamorata infinite volte (molti bei ragazzi tra i miei studenti!) e mi sono divertita molto (incazzandomi ogni tanto, ma ci sta!).

A fine anno, come a volte faccio, ho proposto ai miei studenti un giochino "oratoriano": ogni ragazzo prende un foglio bianco e ci scrive su il proprio nome, poi il foglio gira e ogni volta chi lo prende aggiunge un pregio del proprietario del foglio, finché non torna al punto di partenza. In questo modo alla fine ognuno ritrova il proprio foglio pieno di complimenti ricevuti dai suoi compagni.

In una classe mi sono messa in gioco anche io e... beh, son soddisfazioni! Però una frasetta che ho ricevuto mi ha lasciato perplessa: 
Came back anni '90!


Beverly Hills 90210
Io rappresenterei gli anni '90?

domenica 2 novembre 2014

Figli

Ho appena finito un romanzo che mi ha prestato un'amica (grazie Simo!) che non è esattamente il mio genere, ma che merita. Si intitola "Non so niente di te" di Paola Mastrocola.
Si potrebbe definire un romanzo di formazione "familiare". E' la storia di come Filippo Cantirami, giovane brillante studente di economia, capisce che quella che sta percorrendo non è la sua strada e come, dopo un tortuoso percorso, riesce a trovare quello che davvero vuole dalla vita. Ed è anche la storia di come i suoi genitori (e sua zia) scoprono questo percorso e come tale scoperta fa crescere anche loro.
Ma soprattutto è un romanzo che indaga il rapporto tra genitori e figli, le speranze, i sogni, i sottili ricatti che si creano tra persone che fondamentalmente si vogliono bene e vogliono l'uno il bene dell'altro. E' un libro che parla di inganni e auto-inganni, di come ci si possa illudere di conoscere chi ci sta vicino, addirittura di come sia difficile capire se stessi e cosa si vuole davvero.

Cosa mi è piaciuto

"Cosa ti devo dire? Non hai nessuna colpa, hai fatto tutto bene, sei stato un bravo padre, sì. Hai voluto sempre il meglio per me. Ma forse è proprio questo, papà. Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché? Perché non lo sa. Un genitore non sa cos'è il meglio per suo figlio, Non lo può sapere, come potrebbe? E' Dio? Legge nella sfera di cristallo? No, è solo un genitore. E allora dovrebbe starsene a guardare e basta, in silenzio e con grande calma."
Di riflessioni di questa profondità è pieno questo libro. E non solo sui rapporti tra genitori e figli. E scusate se è poco.

venerdì 5 settembre 2014

Like a girl

Ho appena finito di leggere un romanzetto, "I love New York" di Lidsey Kelk per la precisione. Ok, lo so anche io che non è la lettura più impegnativa ed esaltante dell'anno, ma tra un Proust e un Thomas Mann posso anche permettermelo no? No, sto scherzando, non credo di aver mai letto un libro di quei due signori, anche se non escludo di farlo, un giorno o l'altro: non ho preclusioni di sorta.
Tornando al romanzo di cui sopra, mi sono accorta dopo le prime pagine che non era tanto il mio genere (un mix tra Bridget Jones e I love shopping, ma meno divertente di entrambi), ma ho voluto finirlo comunque. Poi stamane mia sorella ha condiviso su FB un video, questo:
Premetto che non mi considero femminista, semmai post-femminista: parlando solo per i paesi occidentali, i diritti fondamentali ce li siamo conquistati, in alcuni casi addirittura più di quelli che ci spetterebbero, adesso dobbiamo solo imparare ad utilizzarli senza trasformarci in brutte copie degli uomini. Detto questo, leggo un libro come quello succitato e mi chiedo: ma sono gli uomini a far diventare "like a girl" una specie di insulto o ci mettiamo anche noi del nostro? E' vero, gli uomini hanno Fantozzi, che non è esattamente un bel testimonial. Ma noi abbiamo davvero bisogno di mostrarci come delle imbarazzanti imbranate con la testa piena di scemenze e assoggettate in tutto e per tutto alla moda? Sarà che io sono completamente ignorante in fatto di moda, mea culpa, ma com'è possibile che la protagonista di un romanzo per donne dica che nei momenti difficili si affida al lucidalabbra e alla sua borsa di Marc Jacobs? Secondo me l'autrice sperare/contava sul fatto di ricevere regali da quello stilista in ringraziamento per la pubblicità sperticata.
La cosa più assurda è che questa attenzione maniacale per vestiti-scarpe-borse non riguarda il fidanzato, che va benissimo straccione: della serie "l'uomo ha da puzza'"!
Per forza poi una pensa che "come una ragazza" significhi da decerebrata, per forza poi una donna per sentirsi in gamba imita gli uomini!
Ora mi sembra di sentire la voce di Miranda, quella di "Il diavolo veste Prada", quando cazzia la stagista che si crede superiore a chi si occupa di moda:
Va bene, non voglio dire che la moda sia una stupidata, posso anche arrivare a pensare che sia una forma d'arte e che quindi abbia i propri appassionati. Persino io so riconoscere che certi abiti e certe scarpe (un po' meno le borse, lo ammetto) sono veramente belli. E sì, mi piacerebbe avere i soldi per acquistare e soprattutto delle occasioni in cui indossare un vestito di Valentino. Ma noi non siamo qualcosa di più di quello che indossiamo? Davvero la nostra autostima si basa su quanto ci circonda e non su quello che siamo? Davvero siamo sempre così concentrate e preoccupate dell'esteriorità?
La cosa più assurda è che queste ragazze bellissime, con vestiti e accessori costosissimi, poi bevono e vomitano con una frequenza imbarazzante. E allora tutta questa attenzione all'esteriorità dove va a finire? Mah!
Forse Fantozzi fa ridere gli uomini, ma nessuno vorrebbe essere come lui (anche quelli che purtroppo ci assomigliano anche troppo) e le donne lo sanno.
Noi donne siamo altrettanto sicure che non vogliamo essere come Rebecca Bloomwood (protagonista di I love shopping)?

Concludo con un aforisma di Oscar Wilde, che mi fa sempre impazzire: "O si è un'opera d'arte o la si indossa. "

mercoledì 27 agosto 2014

Terapeutico

Gironzolando per il sito del corriere, mi capita di leggere questa notizia su Sting e la sua tenuta in Toscana.
In sintesi, Sting ha fatto sapere che è disponibile a permettere a chiunque voglia di raccogliere le sue olive (non è chiaro se poi le olive rimarranno a Sting o a chi le ha raccolte) alla modica cifra di 262€ al giorno. Che sborserà il raccoglitore. Perché pare che sia terapeutico.
Ora, due pensieri mi sono venuti quasi in contemporanea:
1. per quella cifra Sting deve mettersi a cantare dal vivo per tutto il giorno mentre io raccolgo: come sapevano bene gli schiavi, il canto aiuta ad essere più produttivi... insomma, è terapeutico. E le olive poi me le tengo io.
2. funzionerà anche con me? Sapete che è terapeutico raccogliere le erbacce? E dal mio giardino ancora di più. Quindi, dato che io sono estremamente generosa e non ho voglia di cantare tutto il giorno dal vivo (e vi assicuro che vi sto facendo un favore) mi accontenterò che mi paghiate 10€ al giorno! No, non ringraziatemi, lo faccio per la gloria!


Com'è che non c'è ancora nessuno qua fuori in coda per entrare? Mah!

venerdì 1 agosto 2014

Telefonata

Plin plin plin plin plin plin plin plin plin

Click
"Tu... tu... tu..."
"Ciao caro, disturbo? "
"..."
"Lo so che sei sempre occupato, ma avrei un paio di favori da chiederTi... posso? In fondo è un po' che non Ti disturbo a questo numero..."
"..."
"Già, ormai sono più assidua sulla linea 'Salute'! Ma adesso va meglio, anzi, a proposito, Ti ringrazio, non me l'aspettavo proprio, anche se ci speravo. Comunque, tornando a bomba: non è che potresti programmare uno o due giorni di sole prossimamente? "
"..."
No, niente week end... cioè, se vuoi mettere un po' di sole anche nel week end, credo che un po' di gente ringrazierebbe, specialmente mio marito, ma semmai per il week end telefona lui."
"..." 
"Sì, lo so che sono anni che non si fa sentire se non per insultare, che ci vuoi fare? E' fatto così, lo sai, però poi non si lamenti, hai ragione. A me invece servirebbe il sole in settimana. Perché? I peluche! Capisci che i miei figli ne hanno un casino e li devo lavare necessariamente d'estate, quando c'è il sole che li può asciugare, altrimenti sono fritta!"
"..."
"Ok, non sarà questione di vita o di morte, ne convengo, ma pensa a tutti quegli acari, come faccio a liberarmene? In fondo gli acari li hai inventati Tu, no?"
"..."
"Ok, ok, non è che stia mettendo in dubbio la bontà della creazione, hai fatto un ottimo lavoro, ma io devo pur sistemarli 'sti acari, o no? Anche essere mamme mica è facile, lo sai? Dai, un giorno, che Ti costa? E che sia in settimana, perché se è nel week end poi mio marito vuole andare in montagna e riesco a fare solo una macchinata... sperando che la lavatrice non mi abbandoni, hai visto che ultimamente sta facendo di nuovo i capricci, secondo Te che ha?"
"..."
"Sì, lo so che posso chiamare un tecnico, era così, per fare conversazione su... Va be', allora siamo d'accordo?"
"..."
"Senza fretta, settimana prossima o anche l'ultima d'agosto va bene. "
"..."
"L'altro favore... ecco, la terza di agosto saremmo in vacanza in Austria, come l'anno scorso, hai presente? Carina quella valle, vero?"
"..."
"Ottimo lavoro, sìsìsì, mi complimento di cuore. Ecco, se potessi fare un tempo decente, ne sarei proprio felice. Anche lì, mica per me, sai che a me basta un libro e una coperta e può anche nevicare, però con i bambini non è così semplice, e anche mio marito e mio padre potrebbero sclerare e chi li sopporta più?"
"..."
"E' inutile che ridi, lo so che Tu li sopporti più di me, che c'entra? Ma io mica ho una pazienza infinita! Ecco, mi basterebbe avere quattro-cinque giorni decenti e il resto non troppo piovoso, una cosa tranquilla in cui si riesca ad andare in giro. Magari eviterei la neve, ma vedi Tu. Posso contarci? In Austria, negli altri posti fai pure come vuoi. Anche se penso che un po' di sole farebbe piacere anche in Italia... "
"..."
"No, non è che mi stia lamentando, scherzi? Te l'ho detto, io non sono una fanatica delle estati calde, quella del 2003 mi è bastata per tutto il millennio. E poi anzi, quest'anno, con mia sorella che ha partorito due giorni fa... a proposito, hai visto che belli i miei nipotini?"
"..."
"Eh già, Ti sei proprio dato da fare, sono degli amori! Quando Ti ci metti fai delle cose meravigliose! Ne sono già innamorata. Ma ieri c'era un po' di caldo e mia sorella era già in ritenzione idrica totale, quindi meglio la pioggia, nulla da dire. Però ricordati i pelouche... e l'Austria. "
"..."
"Grazie né, Ti lascio lavorare, che avrai sicuramente cose più importanti da fare. Un bacio"
"..."
Click

martedì 29 luglio 2014

Come in un film...

Poniamo che stiate pulendo la cameretta dei vostri figli (o qualunque altra stanza nel caso non abbiate figli) mentre piove a dirotto insieme ad un'altra persona che improvvisamente vi dica: "Ma cosa fa quella là?!?"

Immagine presa dal blog dipingereparole.com
Girate lo sguardo oltre la portafinestra aperta e vedete dall'altro lato della strada una donna: cammina velocemente sotto la pioggia, i capelli lunghi e sciolti un po' scarmigliati, con un vestitino cortissimo molto adatto alla stagione, non fosse che pare di essere a novembre e ci saranno 15 gradi.

"Povera, senza ombrello!"

Vi avvicinate incuriositi al balcone e ci impiegate un po' a notare che è senza scarpe. A quel punto la curiosità si vena di un po' di inquietudine: la donna le scarpe non ce le ha proprio, né ai piedi né nelle mani, ma la preoccupazione diventa preponderante quando notate sul retro di una gamba (la donna ha ormai superato casa vostra e sta per prendere la via a destra, sparendo alla vostra vista) una striscia rossa che parte dall'alto di una coscia e scende (cola?) fino al tallone in un paio di rivoli inquietanti.

Vi sentireste come in un film? E cosa fareste?
Io non so proprio... Provare ad urlare per farmi notare dalla ragazza, prima che scompaia definitivamente alla mia vista? Chiederle se ha bisogno di aiuto? Chiamare la polizia? E poi che dico alla polizia? Ho visto una ragazza a piedi nudi correre sotto la pioggia e con delle macchie sulle gambe che sembrano sangue? Mi crederebbero?

Poniamo che non facciate nulla e riprendiate a pulire, sentendovi un po' colpevoli, ma senza riuscire a capire comunque cosa dovevate fare. E poniamo che dopo una mezz'ora vediate la ragazza ripassare, in direzione contraria a quella precedente, con due persone: una donna vestita di tutto punto che la tiene a braccetto sotto un ombrello e un uomo con ombrello che le accompagna al fianco, leggermente discosto. La vedete solo di spalle, non riuscite a capire se sta bene, riuscite solo a capire che parla in maniera abbastanza concitata a chi l'accompagna. E sempre quella strana macchia dietro la gamba...

Ora, cosa state pensando? Potrebbe essere l'inizio di un giallo appassionante? Di un film agghiacciante? Di un fatto di cronaca nera?

Io sono una grande divoratrice di libri gialli e nella mia testa si affacciano decine di possibilità, tutte alquanto inquietanti. Però non ho chiesto se andava tutto bene, e non ho chiamato la polizia, quindi non mi resta che controllare VareseNews tutti i giorni nella speranza di NON leggere qualcosa che la riguardi...

domenica 13 luglio 2014

Le macchie di Rorschach

Oggi stavo scorrendo la mia bacheca di FB quando ho trovato il link per un test basato sulle macchie di Rorschach.
Non so se voi avete mai fatto questo gioco alle elementari, ma io sì: si prende un foglio di carta, si spremono sopra un po' di tubetti di colore, lo si piega a metà e si ottengono dei "disegni", o meglio, delle macchie di colore che a volte ricordano qualcosa. Rorschach ha notato che c'è un collegamento tra ciò che uno vede in quelle macchie e alcuni problemi psicologici. Non ne so molto più di così, ma mi hanno sempre affascinato i test psicologici, così ho provato a farlo (se volete provarci anche voi, qui potete farlo).
Già alla prima schermata però mi sono accorta che non funzionava: ci sono solo quattro possibilità tra cui scegliere e io ovviamente non ho quasi mai visto qualcosa che corrispondesse a ciò che era proposto.
Adesso ditemi voi però se sono io la pazza o no.
Ecco la prima immagine:

E adesso ditemi se non è il bianco e nero dell'immagine qui sotto:




Ma voi tra le possibilità vedete il maialino allo specchio? Eh? Io no!
Subito dopo c'è quest'altra immagine:
Guardate la parte in grigio del disegno e  ditemi se non assomiglia a questa:

Anche in questo non avevo scelta proprio!
Ovviamente per andare avanti ho dato altre risposte, però mi chiedo: il fatto che io continui a vedere maiali dove altri evidentemente vedono granchi o farfalle, è normale?
Bhe, sempre meglio di chi vede organi genitali femminili... !

lunedì 7 luglio 2014

Il Caso?

Oggi ho visto un video condiviso su FB da una persona che conosco:
Non ho idea se effettivamente quelle parole siano o meno state pronunciate/scritte/pensate da Einstein, e neanche mi interessa. Il video mi ha fatto tornare in mente un discorso fatto con mio marito qualche tempo fa. 

Eravamo in macchina e, mentre guardavo le strade, le case e le macchine intorno a me, pensavo a quanto ha modificato il mondo l'uomo. Se la civiltà umana si estinguesse e un domani qualcun altro atterrasse sulla terra, vedendo i resti lasciati da noi, non potrebbe che chiedersi chi ha costruito tutto questo e come mai è sparito dalla faccia della terra. Un po' come noi ci interroghiamo sui dinosauri. Nessuno potrebbe pensare che il Caso abbia potuto creare un ponte, una casa o un grattacielo, no? 

venerdì 4 luglio 2014

Porco il mondo che c'ho sotto i piedi!

Sinceramente, non mi piace la tendenza che c'è su facebook e su altri social network di salutare gli artisti che muoiono. Perché? Beh, credo che lo abbia spiegato benissimo ZeroCalcare qui.
Però... però Faletti è Faletti.

Quando ero piccola, frequentavo ancora le elementari, lui era uno dei pochissimi comici che mi facessero ridere a Drive In. Senza offesa per tutti gli altri, ma i personaggi messi in scena da Giorgio erano favolosi: Vito Catozzo era memorabile, ma anche Suor Daliso e Carlino. Solo Francesco Salvi e i suoi Budini Molli mi facevano ridere altrettanto.

Insomma, quando nel 1988 Drive In ha chiuso, non è che ne abbia sentito troppo la mancanza, ma chi avrebbe potuto immaginare di rivederlo nel 1994 a Sanremo? Con una canzone seria e toccante come "Signor Tenente"?

E' questo che mi ha conquistato di Faletti: il suo camaleontismo, la sua poliedricità.

martedì 1 luglio 2014

Facciamo causa a Madre Natura!

Ho appena scoperto che mio marito ha ragione.
Beh, detta così è un po' eccessiva, non è che ha ragione a prescindere. Ha ragione quando dice che la colpa è mia. Voglio dire, se persino gli scienziati lo dicono, un po' di verità ci deve pur essere.
Quando io e mio marito divorzieremo, dovrò accettare l'addebito di colpa. Che nervi! E tutto per colpa del mio sistema circolatorio. Dovrei fare causa a Madre Natura! Anche perché se anche trovassi un altro uomo con cui risposarmi o convivere, sarei nuovamente destinata al disastro. Vi pare giusto?
Perché dico questo? Ho appena letto un articolo del Corriere della Sera su una ricerca che mette in relazione il matrimonio con la mise notturna: pare che chi va a letto nudo abbia un matrimonio significativamente più felice di chi mette il pigiama. Eh sì che da ragazzini girava questa filastrocca, che non ho mai capito se era davvero una pubblicità o meno:
Portatelo a letto 
successo garantito 
Irge pigiama 
lo mette chi si ama
Insomma, mi avevano imbrogliato ben bene! Io, che adesso non riesco neanche ad addormentarmi se non ho le spalle coperte, come potrei mai passare a dormire nuda? Come minimo dovrei far andare lo scaldino anche a ferragosto (e a quel punto mio marito avrebbe tutti i diritti di chiedere il divorzio!).
L'unica possibilità che ho è trasferirmi ai tropici. Ovviamente col prossimo marito, perché con l'attuale è impossibile...

PS: il bello è che chi ha finanziato questa ricerca è l'azienda americana Cotton USA che sarà stata entusiasta di scoprire che i suoi clienti non acquisteranno più i pigiami...

lunedì 30 giugno 2014

Festa bagnata, festa fortunata!

E' finita!
Come sempre, è stata più la preparazione che la durata della festa.
Pulizie (ripetute, perché fino all'ultimo i bambini sono capaci di generare caos in un attimo dove tu hai impiegato ore a mettere ordine. Dicono che c'entri un qualche principio della termodinamica...), organizzazione, preparazione, cucina, palloncini (ho anche scoperto di essere allergica alla plastica con cui sono fatti: dopo averne gonfiati 15, mi sono trovata delle labbra che neanche la Dellera nel suo periodo d'oro!), acquisti dell'ultimo giorno e dell'ultimo minuto... e poi 3 ore di casin... confusione assicurata! Per fortuna alla fine i bambini erano solo 6 (più due sorelline tre-enni), altrimenti mi avrebbero disfatto casa.
Devo dire che le cibarie sono state molto gradite (per la prima volta in vita mia sono riuscita a fare una crema pasticcera degna di questo nome, grazie alla ricetta segreta di un amico: grazie ancora Luca!), ma la caccia al tesoro è stata addirittura entusiasmante.
Notate il piatto: quello di Natale era l'unico
abbastanza grande per contenere la torta!
L'ho organizzata così: dieci biglietti, corrispondenti a dieci livelli, in formato elettronico: file pdf accessibili solo tramite password. Detta password veniva consegnata/indovinata se veniva superata la prova precedente.
Ecco il primo biglietto:

La password (l'avete indovinata?) permetteva di accedere al "biglietto" seguente:

mercoledì 25 giugno 2014

Festa o dramma?

Domenica festeggiamo il compleanno di mio figlio... e le previsioni sono pessime. Ok, ultimamente le stanno sbagliando tutte, e siamo solo a mercoledì, quindi tutto può ancora succedere, ma non posso arrivare all'ultimo momento a decidere come gestire quei 6-7 ottenni che mi ritroverò per casa. Come ho già avuto modo di scrivere qui, di solito organizzo per pochi amici una festa in giardino, con piscinetta, tappeto elastico, caccia al tesoro. Ed è un successo. Al chiuso però le opzioni cambiano drasticamente e si corrono diversi rischi:

  1. che si passi metà del tempo a urlare: "non correte", "attenti al vaso!", "Perché state litigando?", ecc
  2. che si formino gruppetti che fanno cose diverse (maschi con le costruzioni e femmine con... boh, cos'ho in casa per le bambine?)
  3. che si annoino tremendamente
  4. che mi distruggano casa
E anche la caccia al tesoro è più complicata in casa... (soprattutto evitare che i miei figli trovino i biglietti prima dell'inizio della festa).
Così sono andata a cercare su internet, fonte inesauribile di notizie, qualche gioco da poter far fare al chiuso: ci sono un sacco di idee, ma sono fatte chiaramente per oratori o simili. Tra quelli che ho trovato carini c'è:

mercoledì 18 giugno 2014

Fine di un amore

Non avrei mai pensato di avere a che fare con te. Ero all'antica, io. 
E' stata colpa di quel tappeto, che neanche volevo, per altro, ma me lo sono trovata in casa e metterlo via mi pareva brutto (poi l'ho fatto, quando è nato mio figlio, ma ormai eri entrato nella mia vita). 
Quando ti ho visto, ho capito subito che eri il più sfigato di tutti, pesante, ingombrante, eppure eri più che sufficiente, per me.